
“Stavo sfogliando l’inserto letterario del New York Times e mi ha rapito una manciata di versi.
‘‘Sono stata incoronata / regina del dolore / madre dolorosa. / Il mio trono è il profondo / imbuto dell’oscurità. / Nessuno osa seguirmi / nelle sale buie’’.
Sono saltato sulla sedia. Era da tempo che non leggevo un canto di dolore così composto, così dignitoso. Così potente. L’aveva scritto un’autrice danese che non conoscevo, Naja Marie Aidt. Ho comprato tutti i suoi libri, in inglese e in francese, perché non conosco ancora il danese, purtroppo. Li ho letti, in una di quelle rare settimane di grazia in cui un editor si ritrova quando sente di aver scoperto uno scrittore vero.
Ho cercato Naja Marie. Ho scritto al suo agente, uno dei più forti in Europa, RCW, e ho temuto, lo confesso, che una casa editrice più grande, benché più lenta e distratta, potesse acquisire i diritti con il solo peso del proprio portafoglio. Invece no. In quindici giorni, all’inizio del 2020, il primo romanzo di Naja Marie era già nel piano editoriale di Utopia, benché la casa editrice non avesse ancora pubblicato un solo libro e tutto fosse in divenire. Aidt aveva da poco sfiorato il National Book Award per la letteratura in lingua straniera, uno tra i riconoscimenti più ambiti in America.
Ho scritto subito a Ingrid Basso che, come tutti sanno, è la nostra miglior traduttrice letteraria dal danese. In poche ore il lavoro è stato avviato. Non potevo sapere che in alcuni mesi, lo scorso autunno, Naja Marie Aidt avrebbe ricevuto il Gran Premio dell’Accademia di Danimarca, una sorta di premio Strega danese, e che in poche settimane un’altra dozzina di editori, in tutto in mondo, avrebbe iniziato a tradurre le opere dell’autrice. Che Utopia avesse avuto il mandato di tradurre le sue pagine in italiano è stata per me una ragione di profonda soddisfazione. Ha dato carica a una squadra che si era costituita da poco, le ha dato forza”. (Gerardo Masuccio, Editor di Utopia)