
Avete indovinato in molti, l’altro giorno. Ebbene sì, tornano in libreria, una dopo l’altra, le opere più preziose e introvabili di Grazia Deledda, scelte e introdotte da Michela Murgia. Una nuova autrice di culto del novecento italiano e premio Nobel entra nel nostro catalogo!
Grazia Deledda è la grande madre della letteratura italiana contemporanea. Nata a Nuoro, in Sardegna, nel 1871, mostra un precoce interesse per la lettura e la scrittura. È una donna, però, e suo padre le permette di studiare fino alla quarta elementare. Può ripetere l’ultimo anno due volte, come se l’avessero bocciata, e solo perché si è distinta negli studi. Oltre la quarta classe, però, no. Una donna ha altre priorità: sposarsi, allevare i figli.
Eppure, autodidatta e caparbissima, Grazia Deledda nel 1900 si trasferisce a Roma, dove si impone in pochi anni sulla scena letteraria: i suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo, Momigliano la accosta a Dostoevskij e a Hugo, “Elias Portolu”, “L’edera”, “Canne al vento” e “La madre” diventano dei successi di critica formidabili. La lingua peculiare, la magia della sua Sardegna e la carica psicologica dei suoi protagonisti le valgono la fama. E quando nel 1926 arriva il premio Nobel per la letteratura, Grazia Deledda diventa la seconda donna della storia e l’unica autrice italiana ad esserne insignita. Nemmeno Verga, Fogazzaro e D’Annunzio hanno raggiunto un simile traguardo.
Oggi i suoi romanzi sono irreperibili: poche librerie li tengono sugli scaffali, spesso in edizioni economiche. Un matricidio intollerabile. È per questo che dalle prossime settimane, e negli anni a venire, recupereremo con ordine tutti i libri di Grazia Deledda, affidandone la scelta e l’introduzione a un’autrice che da tempo si spende al servizio della sua opera, la conterranea Michela Murgia. A Grazia Deledda la letteratura italiana deve moltissimo, non potevamo tirarci indietro.