
È il momento di presentare una nuova autrice del nostro catalogo, l’ultima prima della pausa estiva. Il giro letterario intorno al mondo, tra utopia e letteratura, questa volta fa scalo in Brasile, a San Paolo.
Sì, pochi esponenti della letteratura brasiliana contemporanea sono tradotti e conosciuti in Italia. Beatriz Bracher, finora inedita, è considerata una delle voci più innovative in Brasile, associata talvolta a João Guimarães Rosa e a Clarice Lispector. Ha vinto i premi più significativi in patria e, già tradotta negli Stati Uniti, ha riscosso il plauso unanime della critica.
Beatriz è cresciuta negli anni della dittatura militare e ne ha conosciuto il dramma. Dopo gli studi classici, ha fondato la rivista 34 Letras e la casa editrice letteraria Editora 34. Autrice raffinata, ha pubblicato appena sei titoli, che in Italia hanno già trovato casa qui in Utopia.
Da dove iniziamo? Con un romanzo che la critica ha definito uno tra i libri in lingua portoghese più importanti dal 2000 a oggi. Il titolo? Per il momento è un segreto. Ma eccone un estratto, tradotto dalla poetessa Prisca Agustoni: “Eravamo convinti, e lo siamo ancora oggi, dopo tutto ciò che è successo, che la libertà sia la cosa più importante per la formazione di chiunque, perfino la libertà di morire: senza questo rischio non siamo uomini, ma schiavi”.
Benvenuta, Beatriz, benvenuta!