Salotto letterario

Deledda — Luigi Pirandello

Deled­da — Gra­zia Deled­da e Lui­gi Pirandello 

Solo due roman­zie­ri, nel­la sto­ria del­la let­te­ra­tu­ra ita­lia­na, han­no vin­to il Nobel: Gra­zia Deled­da e Lui­gi Piran­del­lo. Pres­so­ché coe­ta­nei, i due auto­ri “insu­la­ri” sareb­be­ro mor­ti a distan­za di pochi mesi, entram­bi nel ’36, pro­ta­go­ni­sti indi­scus­si del­la vita let­te­ra­ria europea.

Furo­no inter­pre­ti del­la stes­sa epo­ca, ma in manie­ra dia­me­tral­men­te oppo­sta. E tra loro non cor­se buon san­gue. Piran­del­lo più vol­te cri­ti­cò il rap­por­to tra la scrit­tri­ce sar­da e il mari­to Pal­mi­ro Made­sa­ni, che per tut­ta la vita seguì Deled­da come pro­cu­ra­to­re, una sor­ta di agen­te let­te­ra­rio ante lit­te­ram. Made­sa­ni ave­va lascia­to il suo lavo­ro di fun­zio­na­rio mini­ste­ria­le per dedi­car­si appie­no alla pro­du­zio­ne del­la moglie, ai suoi best sel­ler accla­ma­ti da buo­na par­te del­la cri­ti­ca, alle tra­du­zio­ni inter­na­zio­na­li e alle ela­bo­ra­zio­ni crea­ti­ve, per­fi­no pio­nie­ri­sti­che, come la ridu­zio­ne cine­ma­to­gra­fi­ca di “Cene­re” del 1916. Il lega­me susci­tò l’attenzione e le cri­ti­che di Piran­del­lo, che ne tras­se ispi­ra­zio­ne per un roman­zo, “Suo mari­to”, il cui pro­ta­go­ni­sta è un uomo ambi­zio­so che sfrut­ta con un cer­to fiu­to la pro­du­zio­ne arti­sti­ca del­la moglie.

L’editore Tre­ves si rifiu­tò di pub­bli­ca­re il libro e Piran­del­lo lo fece stam­pa­re a pro­prie spe­se. Gra­zia Deled­da lo les­se furen­te e, secon­do alcu­ni bio­gra­fi, si oppo­se alle ristam­pe e per­fi­no alla can­di­da­tu­ra al Nobel di Piran­del­lo. Dal can­to suo, il dram­ma­tur­go sici­lia­no con­te­stò che anche que­sta fos­se una tro­va­ta di Made­sa­ni per accre­sce­re il suc­ces­so com­mer­cia­le del­le ope­re del­la moglie. “Che meschi­no cor­ti­le di pet­te­go­lez­zi che è il nostro odier­no mon­do let­te­ra­rio!”, scris­se in una let­te­ra. Alcu­ni sosten­go­no che Piran­del­lo, le cui vicen­de sen­ti­men­ta­li furo­no dolo­ro­se e mor­ti­fi­can­ti, invi­dias­se la sin­to­nia di una cop­pia moder­na e com­pli­ce come quel­la di Deled­da e Made­sa­ni. Altri, inve­ce, che i due Nobel, in peren­ne com­pe­ti­zio­ne, non si rispar­mias­se­ro del­le stoc­ca­te per affer­ma­re la pro­pria supe­rio­ri­tà. Un aned­do­to, que­sto, che ce li fa sen­ti­re anco­ra più vici­ni, per­ché uma­ni, a oltre ottant’anni dal­la mor­te, ades­so che sono mito, entram­bi nell’olimpo del­la let­te­ra­tu­ra mondiale.